La Divisione Vela Marevivo nasce con l’intento di promuovere la conoscenza dell’ecosistema marino, sensibilizzare sull’importanza della conservazione della biodiversità e richiamare l’attenzione sulle minacce al Pianeta Blu.
In Veneto noi abbiamo oltre alla vela tradizionale (Marconi) anche la Vela al Terzo.
Il fascino della vela è poter navigare sfruttando ciò che esiste gia in natura e cioè il vento, addirittura navigando a velocità impensabile anche contro di esso. Per noi di Marevivo Veneto una posizione preminente è rappresentata dalla vela al terzo Adriatica. E’ importante evidenziare che la denominazione originale dell’armo al terzo era Vela da Trabaccolo, in quanto armata nel XVIII secolo sui grandi trabaccoli adriatici. Questo tipo di vela poi, per la sua praticità e soprattutto per la buonissima capacità di permettere la risalita del vento, divenne armo di moltissime barche adriatiche, sostituendo la vela Latina. Era una vela utilizzata per il lavoro, pesca e trasporto di cose o persone, ma in alcuni casi anche per diporto. Con la motorizzazione la vela al terzo stava quasi scomparendo, ricordava anni di duro lavoro e fatica, povertà e morte. Furono i fratelli Pagan che continuarono la tradizione e la portarono avanti, per poi, negli anni settanta del novecento rilanciarla grazie alle regate organizzate dai «topanti» del diporto velico. Non era così «chic» navigare con vecchie barche da pesca, ma grazie all’Associazione Vela al terzo oggi possiamo affermare che la vela al terzo è una solida realtà, mantenuta viva proprio grazie alle regate e al campionato velico, il più partecipato dell’Adriatico. Non va dimentica che la stessa parola «Regata», usata in tutto il mondo, è di origine veneziana e deriva da Aurigata, cioè competizione. Il fondo piatto delle barche al terzo e il timone a calumo, poi, le rende perfette pera la navigazione fra i bassi fondali della laguna di Venezia, uno dei posti più incredibili del mondo da affrontare con mezzi meno impattanti possibile.
Responsabile divisione Vela e vela al terzo : Alessandro Dissera Bragadin